giovedì 30 ottobre 2014

UT IL SOGNO - n. 3 2014



In questo numero

Editoriale
Il sogno è un fumetto senza balloon
di Massimo Consorti
Cenerentola che perde la verginità invece della scarpetta nella notte dei sogni realizzati, è una retroprospettiva, come l'amore infantile per Paperina contesa da Gastone e Donald Duck. Tutto il mondo dei fumetti è in fondo un sogno...

Il racconto
Il Samaritano
di Alessandro Cascio
Si sedettero in dodici attorno a un tavolo e gli chiesero di continuare con la sua favola. Il samaritano narrò con piacere così come ricordava.
e vidi quest’uomo, disperato, appeso alla sua brocca come un montanaro distratto a un ramo sporgente di un albero che guarda su un dirupo...

Schegge letterarie

La vita di Victor B.
di Sacha Naspini
Il 14 marzo del ’39, Victor B. sognò tutta la sua vita, ma non lo disse a nessuno. Non ne parlò alla madre, che come al solito gli urlò dietro di sbrigarsi, altrimenti avrebbe perso la corriera per la scuola. Non ne fece parola con Peter, suo amico di sempre e compagno di banco inseparabile...

Soffio d'estate
di Antonella Roncarolo
Guardo le tende aggrappate alle finestre, una notte di venerdì. Un breve luccichio attraverso i vetri mi rassicura che tutto va bene. Il soffio dell’estate mi fa sentire viva e attraversa con un profumo di gelsomino i miei pensieri. Guardo le pagine di quel libro lungo il sentiero, una musica sottile si avvicina...

La metà esatta di un sogno
di Alessandra Morelli
Chiunque lo conosceva, sapeva bene che, a quell’ora, non poteva essere disturbato. Non si trattava di un semplice riposino pomeridiano. Da più di vent’anni, avvicinava gli scuri fino a rendere la luce della stanza calda e dorata. Poi, davanti al grande specchio ovale dell’entrata, si ravvivava il papillon...

Il sogno ricorrente
di Michaela Menestrina
Le sue notti di bambina erano abitate da un sogno sempre identico, di quelli che al risveglio non svaniva nel dimenticatoio di insondabili regole notturne, ma dava la possibilità di essere elaborato dai pensieri svegli, forse per trovarne il significato...

Poesie e Poeti

Senza titolo
di Enrica Loggi
Verso l’alba si spegneva il viaggio
e notturno beveva le sue gocce
un sogno di golfi e ciminiere...

Bacio ad arco
di Emanuele Feliziani
Se un’ombra ti spezza
nel mezzo del petto
un ripido giro d’incanto...

Somnio
di Giarmando Dimarti
antispam della mente
soqquadro del cuore
nascere in un nonmomento e durare un nonattimo...

(Viaggio breve-come in sogno)
di Giorgio Voltattorni
Dall'Alba al tramonto,
L'aratro d'antico oro
Traccio' un solco profondo...

Rubriche

Prima era rima
a cura di Michele Ortore
Nebbia d'autunno
di Iwan Paolini
Nei vapori incontenibili
delle sere d'ottobre
la tua mano è il globo...

Il corsivo
L'Eden ritrovato
di Alceo Lucidi
Chi può dire dove comincia il sogno, dove intreccia le sue ghirlande di filamenti luminosi sul nostro capo affaticato? Quale il punto di contatto o di rottura con la realtà? Sappiamo di essere fatti di sogni, ci ricorda Shakespeare, o per i sogni, ossia un’aspirazione di degna appartenenza al mondo...

L'elzeviro
We Have a Dream
di Giuseppe Piscopo
“I have a dream”. Ero appena nato quando l’uomo di Atlanta pronunciò questa frase davanti al mondo. Aveva un grande sogno ma non era per se stesso, era per tutti coloro che assetati di giustizia e diritti volevano liberarsi da qualsiasi forma di razzismo...

Il piedino
piedino accoccolato su se stesso
di Alessandra Morelli
Anche sull’orto di uno scettico
può volare una Vergine, con il suo angelo.
È questa La Buona Novella.

L'oggetto pensante
Il gabbiano ferito
Tratto dal racconto Il Gabbiano
di Francesco Del Zompo
Guardo dall’alto un signore dal broncio scolpito da antichi pensieri e quasi per un sopraggiunto bisogno di leggerezza, mi allontano da lui per affrontare una giornata di lavoro, l’ultima della settimana...

L'opera
E. 14-10
di Vincenzo Lopardo
con uno scritto di Massimo Consorti
“L'uomo è avvolto da una sorta di 'membrana' che lo protegge e allo stesso tempo lo isola, si trova ad occupare posizioni ferme o in movimento, sono percorsi paralleli, strade intime dove non ci sono collocazioni temporali e...

La fotografia
Your Dream
di Dante Marcos Spurio



















UT è in vendita. Costo di ogni copia 15 euro.

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sabato 25 ottobre 2014

UT Il sogno. "Coralli celesti (Sto sognando)" di Theocharis Bikiropoulos



Oυρανια Κοραλλια (Ονειρεύομαι)

Είναι κάποιες στιγμές
που χρειάζομαι το γαλάζιο της θάλασσας με τα κοράλλια.
Και τα κοπάδια με τα χρυσόψαρα.
Κάποιες άλλες στιγμές
χρειάζομαι το βαθύ σκοτάδι του άναστρου ουρανού.
Ονειρεύομαι τις στιγμές,
που τα κοράλλια θα γίνουν αστέρια, τα χρυσόψαρα γαλαξίες,
και το σκοτάδι θάλασσα.

Coralli celesti (Sto sognando)

Ci sono alcuni istanti
in cui ho bisogno dell'azzurro del mare con i coralli.
E i branchi di pesciolini rossi.
In altri istanti
ho bisogno del buio profondo del cielo senza stelle.
Sogno gli attimi
in cui i coralli diventeranno stelle, i pesciolini rossi galassie,
e il buio mare.

Theocharis Bikiropoulos

Traduzione dal greco
Georgia Chaidemenopoulou

Foto: Hey Man di Dante Marcos Spurio

Theocharis Bikiropoulos vive a Katerini, tra i piedi del mitico Olimpo e la montagna Pieria delle nove Muse. E' autore di quattro raccolte poetiche e undici opere teatrali. E' giornalista. Ha fondato e pubblicato riviste di tematica socio-culturale. E' stato presentatore di varie trasmissioni e direttore di notizie in canali radiotelevisivi. Lavora come insegnante in un liceo tecnico.



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venerdì 24 ottobre 2014

UT Il sogno. "Senza titolo" di Isabella Franchellucci



Mi hai detto “vieni”
dalle barriere dell’inconoscibile
lungo tremori di albe stanche,
una mano tesa e voce suadente
e poi il dirupo che s’affaccia sull’abisso.
Ho guardato lo spettro deturpato
di mille secoli in divenire
sotto l’iperbole che svetta
in aura di luce.

Isabella Franchellucci

Foto: Shadow in dream di Dante Marcos Spurio





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giovedì 23 ottobre 2014

UT Il sogno. "Dopofestival" di Mariagrazia Maiorino




c’è una soglia che si può oltrepassare

un richiamo che può dirsi stellare

l’avventura solitaria di un sogno

dove può ancora riunire la nave


quando annotta sui poeti e il mare

si riprende i nostri pensieri

scuriti come gli ultimi gabbiani

e bianchi si sveglieranno domani


è senza paratie la nave della mente

ondeggia dolcemente nello stupore

tra le lenzuola stirate delle pagine

àsoli* – come inni di lode



Mariagrazia Maiorino

*àsoli significa "alito di vento" ed è una citazione dalla poesia Valmorbia, discorrevano il tuo fondo di Eugenio Montale.



Foto: Dreams in church di Dante Marcos Spurio


Maria Grazia Maiorino, poetessa, scrittrice è nata a Belluno, vive e lavora ad Ancona. Ha pubblicato le raccolte: E ho trovato la rosa gialla (Forum, 1994); Viaggio in Carso (Ed. Del Leone, 2000); Dare la mano a un albero (Rocciaviva, 2003); Di marmo e d'aria (Manni, 2005); I giardini del mare (Pequod, 2011). Ha pubblicato con Pequod (2006) il romanzo L'azzurro dei giorni scuri e il libro di racconti L'America dei fari, (Gwynplaine, 2013).















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mercoledì 22 ottobre 2014

UT Il sogno. "Desiderio in sogno" di Felice Dimaro



Il riscatto sociale ormai non è più tra le nostre aspettative, ma non per questo vi dobbiamo rinunciare. E certo ci si agita, e si vuole che il nostro immaginario ci presenti qualcosa che sia un segnale forte di una svolta a breve. Quando succede, e non è immediatamente percepibile, la nostra rabbia esplode. Avviene che il percorso di vita di ognuno di noi presenti dei fallimenti, conseguenza del mancato non raggiungimento di quegli obiettivi minimi che caratterizzano una normale esistenza. Ecco allora che si creano desideri con scenari impossibili in relazione soprattutto alla propria condizione sociale. Ed è proprio il sogno (che è a costo zero) che ci offre uno spettacolo sempre bello perché è dentro di noi, e siamo nell’insieme spettatori e attori in scena. Il piacere che ci avvolge è padrone assoluto: la regia è quella delle nostre ansie. Ascoltare in silenzio gli annunci che potrebbero cambiare la nostra vita è bello! È come guardare il telegiornale ed ecco che il sogno è lì, pronto come un film. Sembra tutto registrato con le tensioni sociali che compongono la colonna sonora. Sembrano reali ma sono solo nella nostra anima. Certo le nostre aspettative sono ordinarie e vivono dentro di noi e sono sempre vestite a festa ed è gioia vera quando in un sogno si percepisce la sua realizzabilità. Poi però tutto finisce perché il sogno termina e la realtà ci mostra l’altra faccia dei desideri, quella proiettata sul reale della nostra esistenza con lineamenti ancora in formazione quasi non visibili. Il sogno ci ha dato anche quei tratti dei progetti in formazione e con i percorsi di ricerca da seguire. Ora la speranza è più forte!
Il futuro è in linea e speriamo che il sogno di un riscatto sociale sia sempre più vivo.



Felice Di Maro

Foto "Senza titolo" di Dante Marcos Spurio




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lunedì 20 ottobre 2014

UT Il sogno. "La Grande Corsa" di Americo Marconi


Ritengo di essere un grande sognatore. Durante il sonno parlo, inveisco, rido, sobbalzo, arrampico, volo, guido, perdo la rotta, partecipo a feste, trovo soluzioni. Ricordando la maggior parte dei sogni la mia memoria è costretta a fungere da doppio contenitore e non nascondo che a volte mi è difficile distinguere tra un episodio sognato ed uno accaduto. Come se non bastasse, sporadicamente faccio sogni premonitori che si realizzano nei minimi particolari. Eccone uno.
Al corso di Grottammare, davanti alla piazza dell’Angioletto, incontro l’amica Valentina.
«Ciao Vale!»
«Ciao Paolo, facciamo due passi?»
«Volentieri»
Parliamo di scuola, stiamo al secondo anno di media, e in fondo al corso propone:
«Paolo vieni domani al cinema Sibilla? C’è il film La Grande Corsa»
«Ma certo».
Il giorno dopo sediamo vicini e contenti sulle poltrone in legno del Sibilla. Ad una precisa scena le carezzo la mano, lei si accoccola contro la mia spalla destra…
E a questo punto mi sveglio.
Il sogno che si avvererà possiede una luce particolare e costituisce un richiamo, una sfida irresistibile.
Difatti il sabato pomeriggio arrivo al corso di Grottammare dove tutto si svolge con le sequenze già viste: incontro Valentina, parliamo di scuola, m’invita al cinema. La domenica ci vado: procedo cauto sul corridoio in discesa della sala, l’intravedo alle prime file, mi siedo accanto.
Ridiamo spesso, sgranocchiando semi salati di zucca e dolci Smarties colorati.
Ma, ecco la scena: le carezzo la mano, lei si accoccola contro la mia spalla destra…
Ed io, non più guidato dall’esperienza onirica col cuore in gola, inizio a rimuginare:
«Sto ancora sognando? Che faccio adesso? Le do un bacio? E se arriva uno schiaffo?» Per rimanere infine confuso e bloccato.
Quando usciamo alla sua richiesta di tornare al cinema anche la prossima domenica con imbarazzo invento un impegno famigliare.
«Un sogno rimane un sogno… », mugugno più volte sulla strada del ritorno, mentre salgo il ponte di Tesino pedalando in affanno contro lo scirocco; nel rimpianto per quel bacio, quel primo bacio ancora non dato.



Americo Marconi

Americo Marconi è nato nel 1953 e vive a Grottammare.
Si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1981. E' accademico GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna). Ha viaggiato in Europa, Medio Oriente, Oriente, America.
Ha pubblicato: Passi sottili, Maroni Editore, 1996; Centurie d'Amore in sms, Mediaprint, 2000; La Montagna Infinita, Pazzini Editore. Curatore di La Pazienza di sant'Agostino, Fast Edit, 2014.

Foto: Adrienne di Dante Marcos Spurio



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UT Il sogno. "Il gabbiano" di Francesco Del Zompo



Guardo dall’alto un signore dal broncio scolpito da antichi pensieri e quasi per un sopraggiunto bisogno di leggerezza, mi allontano da lui per affrontare una giornata di lavoro, l’ultima della settimana.
Fuori è di un limpido quasi irreale, tanto da evidenziare ogni dettaglio del paesaggio, nonostante l’autunno inoltrato e annunciato da alcuni giorni di pioggia. Prendo l’auto e percorro la strada che mi culla nei pensieri del giorno successivo, in cui prevedo di inoltrarmi in un paesino a cui da tempo ho promesso una visita. C’è una bellissima chiesina in cui si custodiscono dei tesori d’arte, tra affreschi e decori prerinascimentali, di maestri locali allievi di ben più grandi artisti. Ma tutto è degno di attenzione per assaporarne lo sforzo creativo e la meticolosa pazienza certosina. La vedrò; intanto affronto in ufficio la mia giornata.
Buongiorno Cristina, buongiorno Peppe. Tutto bene?” Il saluto informale introduce sempre la nostra collaborazione, specie in avvio di giornata, quando i compiti sono ancora da chiarirsi e soprattutto la concentrazione deve fare ancora i suoi primi esercizi.
Ruotando il collo avvio il mio computer e controllo la posta in arrivo. Tutto come al solito, decine di mail inutili da far fatica a individuare quelle che riguardano me e il compito che mi è stato assegnato: seguire i clienti, le loro esigenze ma più in dettaglio le loro richieste in termini di ordini. Meno male che ho alle spalle anni di corrispondenza, nell’esercizio di redigere in chiaro la concretezza della fornitura. Ci sono a volte delle persone, ancorché clienti, talmente contorte che Totò e Peppino a Milano potevano essergli allievi. Queste ‘letture’ diventano quasi sempre oggetto di risate tra noi colleghi, anzi, vengono archiviate nella cartella “Mail curiose_clienti confusi”. Il nostro titolare ne va matto, per lui è una risorsa di ottimismo con effetto antistress.
A proposito, oggi è giorno di paga. Dicono che ci daranno anche gli straordinari fatti il mese scorso. Forse un bonus di produttività? Sarebbe troppo, dicono in molti, anche se lo sperano intensamente.
Le cartelle degli ordini sono sistemate, si procede con lo smistamento e l’assegnazione. A me tocca, dopo questo primo compito di setacciatura, l’assistenza ai progetti iniziati e ancora da confermare. Qualche battuta al telefono mi aiuta a rompere il ghiaccio con i rappresentanti sempre poco inclini a parlare di altro, se non dei propri problemi di riscossione. Ma si sa, sono legati a quel reddito distillato solo dopo l’incasso. Vige però una forma di tutela in ditta verso i propri venditori, ritenuti tanto importanti quanto i propri prodotti. Se il cliente non paga alla scadenza, l’azienda riconosce ugualmente la provvigione al rappresentante, consentendogli così una minima serenità nel prosieguo del lavoro. Tutti devono poter lavorare dando il meglio di se stessi, liberi il più possibile dalle incombenze economiche, altrimenti le energie come gli stimoli si esauriscono disperdendosi in altro. Questo è la filosofia aziendale: lavorare in serenità per produrre meglio e di più. Poi i limiti come i problemi ci sono sempre, ma in ambito produttivo ci si deve concentrare nel risolverli. È nell’interesse della piccola comunità legata all’azienda.
Domani, con lo stipendio in tasca, libererò altre energie insieme a passioni da coltivare. Gli amici, la famiglia, gli amori e le simpatie si fonderanno per consentire un equilibrio tra il dare e l’avere, uno scambio continuo tra desiderio, sogno e realtà.
Mi sveglio. Quasi cado dal letto come un gabbiano ferito.




Francesco Del Zompo


L'autore opera chirurgicamente nei miscrosettori della comunicazione, a volte con successo a volte no. La grafica, il design, l'editoria d'arte sono sotto la sua quotidiana attenzione...

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domenica 19 ottobre 2014

UT Il sogno. "Elisa e il gatto" di Giampietro De Angelis



14 Giugno 1972
In un pomeriggio afoso, dove tutto sembrava statico e rarefatto, dove i pensieri rallentavano e le azioni implodevano, l’aria tremula trasformava in miraggio balconi e lampioni. Accadeva così che il consueto banale trasferiva i propri elettroni in una dimensione sofisticata, leggera e delicata. Impercettibile.
Elisa guardava al di sopra della sua testa, come rapita da una vista inaspettata quanto incomprensibile. Grigio, pezzato di bianco, il gatto camminava sul tetto e da lì guardava il giardino, guardava Elisa e non capiva quello sguardo persistente di ragazzina.
Qualche passo indietro ed il tetto era un mondo intero, un altro e diverso. E solo suo. Tegole consumate dal tempo, angoli di muschio e resti di nidi. Oggetti piovuti chissà quando e chissà come. Oggetti non più definiti, inutilizzabili e che, a loro volta, racchiudevano altri misteri e sorprese. Dentro di essi restavano le tracce di molti passaggi, mani del passato, della pioggia, dei detriti, del sole. I colori erano consumati, scoloriti. Slavati. Solo all'interno restava traccia delle tonalità originarie e di certi dettagli che potevano far intuire, a mente umana, gli utilizzi. Solo all'interno restavano i segni dell'identità perduta, restavano i ricordi, conservati e non svelati.



Il trillo della sveglia riportò la realtà al suo piano dimensionale. Elisa aveva 14 anni e la scuola era il pensiero più immediato mentre faceva una sbrigativa colazione. Del sogno, più nulla. Nessun ricordo.
Passarono gli anni, afflitti da un progresso scolastico inappetibile e osannati da sensazioni e speranze.
Il tempo fu veloce, tra lavori che cambiavano ed amanti che svanivano, mentre le città erano inesorabilmente tutte uguali e le case sempre troppo strette.
Nell’estate del 2012 prese in affitto una casa in campagna, per un breve periodo, per riposarsi e riposizionarsi, per stare un po’ con se stessa. Sdraiata all’ombra dell’olmo, tra ciliegi ed oleandri, immersa in pensieri, nostalgie e qualche rimpianto, volse casualmente lo sguardo in alto, verso la casa all’indirizzo del tetto. E non poté evitare un soprassalto del corpo e un turbinio di emozioni: occhi di gatto la stavano osservando.
Quarant’anni dopo riaffiorò nella coscienza e nella sua pienezza il sogno dell’adolescenza. Ecco, allora, i frammenti di una vita, tra le tegole, scoloriti ma non persi, apparentemente discontinui ma in realtà legati in un tempo ciclico, tesoriere di ogni istante. Quella ciclicità che talvolta ciascuno vede in sé, quando si chiudono gli occhi, appoggiando la fronte alle ginocchia. Seduti da qualche parte, si lasciano vagare i pensieri, senza una meta. Frammenti di un mosaico mai concluso: la nostra permanenza sul pianeta.
Elisa iniziava a capire, ma il gatto non c’era più, era già andato via. Non aveva bisogno di continuare un dialogo silente. Nell’eterno gioco di preda e predatore, rincorreva le lucertole che di tegola in tegola cercavano un nascondiglio. Il cielo era terso, i colori saturi, l’aria limpida e portatrice degli odori reali. L’ombra dell’olmo era piena e i pensieri, finalmente, lasciavano spazio ad un abbandono pacificato, privo di attese, pieno della liberazione dell’attimo presente.

Giampietro De Angelis è autore di racconti brevi. La scrittura è un esercizio dialettico: giocare con l’idea, per distillare il concetto da esprimere e condividere. Al suo attivo, la breve raccolta “All’ombra del punto”.

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