martedì 18 aprile 2017

UT n. 59, I segreti sul web. Lo scritto di Francesco Del Zompo: "Codice 26111957FK"


Non c’è niente di più facile che confidare i segreti degli altri. Rivelare i propri è doloroso se non impossibile. Non parliamo di segreti leggeri, domestici o professionali, ma di quelli indigesti, pesanti, che segnano la propria vita, di quelli che deviano la strada per sempre, non potendo più tornare indietro tagliando ponti e cancellando prospettive.
Chi vive l’esperienza inesprimibile, la racchiude in sé per anni se non per una vita intera; la custodisce come una cellula tumorale da debellare senza alcuna terapia se non quella di coprirla con un filo che lentamente, ma inesorabilmente si fa bozzolo.
Per altri la speranza è che l’evento inconfessabile si diluisca in altri ricordi, rattoppandolo con atti vitali che lo occultino e narcotizzino in attesa di una cura definitiva.
Il passato si cancella, offuscato dal trauma subito, e il futuro si fa presente perché la grande storia’ è già accaduta. La vita diventa un libro scritto, fatta di sofferenza e di distacco. Sembra come vissuta da altri, spettatore di un film pieno di comparse diafane, inafferrabili e lontane.
Immaginavo questo, dopo che un amico mi scrisse una mail accorata e intima, provando a descrivere la sua vita con evidente difficoltà. Una lettera saltellante, dove i motivi di riservatezza si mescolavano a giustificazioni incomprensibili, quasi puerili, ma era evidente che se non a me a chi altro dirlo? Ero stato il suo primo e sincero amico fino a pochi anni prima, poi presi a frequentarlo sempre meno per quel suo modo tortuoso di comunicare. Era un cane sciolto, schivo, egocentrico, un uomo dal potenziale creativo non comune ma inespresso, sciupato per quel modo contorto di intendere la vita e il rapporto con le donne. Si doveva lavare subito le mani dopo ogni nuova conoscenza, fuggiva dalla folla, odiava le feste e le uscite fuori città.
Questo non succedeva da sempre ed è per questo che perdonavo le sue manie.
Da ragazzo era vivace, schietto, brillante e intendevo aiutarlo dopo aver compreso che desiderava aiuto senza chiederlo. L’avevo perso di vista per un po’, dopo aver trovato finalmente una compagna sincera e indipendente. Mi serviva del tempo per consolidare il nuovo rapporto dopo un periodo no. Gli amici, tranne lui, lo avevano capito e mi assecondavano in questo momentaneo distacco. Solo dopo più di un anno lo rincontrai per caso che passeggiava da solo, a testa bassa coperta da un berretto nero. Lo riconobbi a stento e subito fu polemica per non averlo più chiamato. Mi scusai e per spezzare l’imbarazzo gli presentai Giulia che ancora non conosceva, e lui, senza stringerle la mano, si rivolse a me come per minacciarmi: «Ti devo dire una cosa molto importante. Sai quanto so di te e quanto abbiamo sofferto insieme per le tue insopportabili bugie, testardaggini, inconcludenti progetti. Ho sempre condiviso tutto e in cambio mi hai dato il ben servito girandomi le spalle, proprio quando ne avevo bisogno. Sono stato sempre il custode dei tuoi segreti ma non intendo più farlo. Manderò una mail a tutti scrivendo quello che mi hai confidato scaricandomi addosso i tuoi problemi assurdi. Ma non lo farò in ‘chiaro'. Vincolerò il messaggio a un codice, cosicché solo chi ti conosce veramente saprà decifrarlo. La risposta a quel codice consentirà l’ingresso a tutto il tuo passato: 26111957Fk».

Francesco Del Zompo

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