Il
riscatto sociale ormai non è più tra le nostre aspettative, ma non
per questo vi dobbiamo rinunciare. E certo ci si agita, e si vuole
che il nostro immaginario ci presenti qualcosa che sia un segnale
forte di una svolta a breve. Quando succede, e non è immediatamente
percepibile, la nostra rabbia esplode. Avviene che il percorso di
vita di ognuno di noi presenti dei fallimenti, conseguenza del
mancato non raggiungimento di quegli obiettivi minimi che
caratterizzano una normale esistenza. Ecco allora che si creano
desideri con scenari impossibili in relazione soprattutto alla
propria condizione sociale. Ed è proprio il sogno (che è a costo
zero) che ci offre uno spettacolo sempre bello perché è dentro di
noi, e siamo nell’insieme spettatori e attori in scena. Il piacere
che ci avvolge è padrone assoluto: la regia è quella delle nostre
ansie. Ascoltare in silenzio gli annunci che potrebbero cambiare la
nostra vita è bello! È come guardare il telegiornale ed ecco che il
sogno è lì, pronto come un film. Sembra tutto registrato con le
tensioni sociali che compongono la colonna sonora. Sembrano reali ma
sono solo nella nostra anima. Certo le nostre aspettative sono
ordinarie e vivono dentro di noi e sono sempre vestite a festa ed è
gioia vera quando in un sogno si percepisce la sua realizzabilità.
Poi però tutto finisce perché il sogno termina e la realtà ci
mostra l’altra faccia dei desideri, quella proiettata sul reale
della nostra esistenza con lineamenti ancora in formazione quasi non
visibili. Il sogno ci ha dato anche quei tratti dei progetti in
formazione e con i percorsi di ricerca da seguire. Ora la speranza è
più forte!
Il
futuro è in linea e speriamo che il sogno di un riscatto sociale sia
sempre più vivo.
Felice
Di Maro
Foto "Senza titolo" di Dante Marcos Spurio
Foto "Senza titolo" di Dante Marcos Spurio
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