Cosa c'è per
l'italiano di più desiderato, più amato. più corteggiato, più
denigrato, più contestato di una tazzina di caffè?
Ti svegli al mattino, e
già senti in bocca la voglia di caffè. Ancora prima di guardarti
allo specchio, ancora prima di lavarti, ti precipiti in cucina per
preparare il caffè.
Annusi la povere e
respiri caffè. Attaccato ai fornelli aspetti le prime gocce che in
silenzio schiumose, cremose, scendono lungo il collo della
caffettiera. Ti guardi intorno, sei solo, ma sei in compagnia del
caffè.
Aspetti, e ti senti in
festa al borbottio scoppiettante e festoso del caffè.
Voilà, è pronto il
caffè.
Cerchi in fretta la
tazzina già pronta sulla tavola, versi lentamente il caffè
lasciandoti solleticare le narici dal vapore che ti porta l'odore del
caffè.
Lo zucchero. Attenti
allo zucchero. Una dose sbagliata ti guasta o ti altera il gusto del
caffé.
Anche il tempo è
importante per gustare bene il caffè. Bollente ti scotta la lingua,
tiepido ti ammoscia l'attesa. E allora sei lì a carpire il momento.
Non schiocchi la lingua, ma in silenzio ti dici: è un buon caffè.
Non schiocchi la lingua, ma in silenzio ti dici: è un buon caffè.
Elvira Bonin
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